DUE STRANI MONDI
STEAMPUNK · VOLUME UNICO · 416 PAGINE · 12,90€
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Misteriose forze gravitazionali, fuoriuscite di gas tossici, asteroidi minacciosi e androidi ribelli: il mondo è in pericolo e alcuni giovani tentano di salvarlo e di salvarsi, destreggiandosi fra presenze misteriose e arcane profezie. Le due storie raccolte in questo volume, Jump Jump e The Magic Flute, segnano l’ingresso nel panorama editoriale italiano di Lai Tat-Tat Wing, talentuoso e originalissimo fumettista di Hong Kong.
I PROTAGONISTI
La Principessa
Ragazzo prodigio scelto per salvare il mondo, dirige le operazioni dei suoi colleghi. Di una di queste è innamorato, e ricambiato. In un’escursione fuori dalla base, i due tentano di predire il futuro con la bibliomanzia, scegliendo frasi a caso dal primo volume che trovano, il libretto del “Flauto magico” di Mozart. Da qui gli deriva il curioso soprannome “la principessa”.
Il Principe
Complice e compagna della “principessa”, adora la musica e sa persino suonare il violoncello. Molto più diligente del suo ragazzo, prende con grande serietà il compito di proteggere la terra da un asteroide che la minaccia. Le missioni che pure riesce a portare a termine con grande coraggio e competenza avranno però conseguenze imprevedibili, per lei e per il mondo intero.
IL MONDO DI “DUE STRANI MONDI”
The Magic Flute
La prima delle due opere raccolte in “Due strani mondi” si intitola “The Magic Flute” e risale alla fine degli anni Novanta: Lai Tat-Tat Wing l’ha immaginata dopo aver visto i film “The Deep Impact” e “Armageddon”. Si tratta, a suo dire, di una duplice storia d’amore: quella fra il principe e la principessa, sulle note del “Flauto magico” di Mozart, e quella fra la terra e un asteroide. “La trama è spaventosa, se ci pensate bene” aggiunge.
Jump Jump
La seconda opera, invece, è un fumetto senza dialoghi (“ma con tanti segnali di divieto”, puntualizza Lai Tat-Tat Wing), anch’esso della fine degli anni Novanta, in cui cinque compagni di classe tornano a Hong Kong dopo una catastrofe e hanno pochissimo tempo a disposizione per rinvenire un qualcosa di misterioso. “Tra tutti i fumetti che ho disegnato in ventinove anni di carriera”, conclude, “’Jump Jump’ è il mio preferito.”
L’Oriente che incontra l’Occidente
Per capire i fumetti di Lai Tat-Tat Wing, e più in generale la cultura di Hong Kong, bisogna considerare la particolare storia della metropoli. Un tempo sotto il governo cinese, dopo le cosiddette guerre dell’oppio diventò, nella prima metà dell’Ottocento, una colonia britannica. E lo rimase fino al 1997, quando tornò alla Cina come regione autonoma. In quell’anno spartiacque, moltissime persone lasciarono Hong Kong per emigrare verso il Canada, gli Stati Uniti o l’Australia.
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L'AUTORE
Lai Tat-Tat Wing è uno dei più importanti fumettisti di Hong Kong, molto apprezzato anche in Giappone, a Taiwan e in Francia. Nato nel 1971, ha imparato a disegnare da autodidatta, svolgendo nel frattempo i mestieri più disparati e maturando una solida esperienza in campo teatrale. È proprio dopo aver visto una performance della compagnia teatrale Zuni Icosahedron, nel 1991, che si convincerà a tornare al suo grande amore di gioventù, i fumetti.
Il suo primo lavoro, autoprodotto, risale al 1995 e si intitola “Picking up A Pig Tale”. Seguiranno, fra gli altri, “Woody Woody Wood”, “Twinkle Twinkle Little Star” e “Stand behind the Island Line”. Attualmente si dedica al progetto “BBQ Inferno”, un omaggio all’Inferno di Dante “in salsa di Hong Kong”. Lai Tat-Tat Wing ama sperimentare soluzioni stilistiche sempre nuove, dove l’essenzialità si mescola con il grottesco. Originali e concettuali, le sue opere sono un concentrato di creatività e ironia.